Parlare di mappetta da golf in un’era digitale, come la nostra, sembra anacronistico, invece, nel golf professionistico è uno strumento essenziale.

Ai pro, è vietato utilizzare i misuratori di distanza satellitari, come app, orologi, cellulari etc. etc.quindi le mappette rivestono un ruolo fondamentale per orientare il giocatore in campo.

In inglese la mappetta si chiama, non a caso, stroke saver …. cioè salvatore di colpi, oppure, yardage book e contiene una serie di misurazioni essenziali per giocare, come le distanze dal tee agli ostacoli, le pendenze sul green, la distanza da spot creati appositamente sul farway dal green, le dimensioni del green, la lerghezza del farway e altre utili informazioni per costruire la strategia di gioco.

Quando giocavo le gare nazionali e internazionali negli anni ’90, le mappette le disegnavamo durante la prova campo.

Misurate a passi e messe insieme attraverso disegni e fotocopie, nei giorni di prova campo giravano tra le giocatrici e i giocatori.

Spesso erano disegnate su un unico foglio, diviso in 18 quadranti, ciascuno per una singola buca. Il foglio unico ha lasciato, poi, il posto al blocchetto di fogli graffettati tra loro, tagliati alla perfezione, in modo che fossero tutti della stessa dimensione e capaci di entrare nella tasca posteriore dei pantaloni.

Siamo nei primi anni duemila.

2008 Ladies European Tour – BMW Italian Open
2010 Banesto Golf Tour

Successivamente il progresso tecnologico fa passi da gigante e le mappette diventano sempre più precise.

Nei Tour professionistici i passi e le cordelle metriche lasciano il posto ai puntatori laser capaci di misurare precisamente le distanze tra gli spot del farway, i battitori, l’inizio del green, gli ostacoli e le dimensioni dei greens. Sul Tour femminile gli stroke savers venivano realizzati da una persona apposta, attrezzata di cartelli riflettenti che, una settimana prima della gara, vagava su e giù per il campo a mettere e togliere i cartelli riflettenti e a misurane le distanze dal green, dai battitori, dagli ostacoli etc. etc. Il risultato è quello che vedete nella seconda foto qui sopra, realizzata da Dion Stevens, nel 2008 per il BMW Italian Open, le misure e i disegni sono, però, ancora fatti a mano.

Successivamente arrivano i droni e le mappette si arrichiscono anche delle foto della buca con tanto di distanze dal tee, come nell’esempio della mappetta di Dion Stevens per Alps Tour nel 2016.

Nella mani dei caddy le mappette sono arricchite di appunti, e in quelle del giocatore di altrettante note e riferimenti come, per esempio, la direzione del vento e il bastone giocato oppure aree dove è necessario far atterrare il primo colpo o il colpo al green. I green vengono misurati scientificamente con livelle e altri strumenti capaci di rilevare le minime pendenze del terreno.

Dal 1 Gennaio di quest’anno, però, i tour maggiori hanno approvato delle importanti novità in merito all’uso dello yerdge book.

Possono essere usate solo mappette approvate dal Comitato di gara; la decisione è stata presa per evitare l'utilizzo di mappette troppo precise sulle pendenza dei greens che avevano il difetto di non esaltare le capacità di lettura dei greens dei giocatori.  Da quest'anno le linee di gioco e le pendenze sui green dovranno essere lette dai giocatori senza troppi suggerimenti esterni da parte di chi redige lo stroke saver. La nuova regola vieta anche l'utilizzo di yardge book vecchi sugli stessi percorsi. Quindi gli appunti sulla mappetta devono derivare dall'osservazione concreta del rotolo della palla sui greens. Decisione che sicuramente renderà più competitivi i tornei senza livellare le diverse capacità di lettura dei pro. 
Tutti i diritti riservati.