Qualche settimana fa, al Centro Tecnico Federale,  ho avuto la possibilità di assistere a una lezione dell’Arch. Alvise Rossi Fioravanti relativa alla progettazione e al restyling dei campi da golf. IMG_8527_800x600

La materia mi ha sempre molto incuriosita e la sua lezione mi ha aperto gli occhi su un lavoro, quello dell’Architetto, insieme al Professionista di golf e allo Shaper, davvero interessante. Ho deciso di dedicare all’Architetto questo articolo, ringraziandolo per quella intera giornata passata a progettare il “bello” del gioco. Alvise prima di essere un Architetto è un giocatore provetto di golf, che all’età di 85 anni ancora solca i fairways del Golf Club Ugolino.

Dagli anni ’80, insieme all’amico e professionista Baldovino Dassù, si occupa professionalmente di campi da golf. Dalla sua matita sono nati i campi di Poggio dei Medici, Vinci, Brunico, Cervia (le terze 9 buche) e i restyling di Verona, Milano e Firenze.

Il concetto di restyling di cui si fa portatore implica un metodo progettuale empirico; il suo scopo, non è quello di dare soluzioni prettamente tecniche ma di inquadrare il problema nella sua totalità.

“Per apportare delle modifiche” spiega  “ci vogliono conoscenza ed esperienza, il metodo progettuale che scelgo deve sempre arrivare a garantire l’armonia, perché l’armonia è l’elemento primario di un campo da golf”.

Il suo concetto di restyling è legato al principio, secondo il quale, ogni percorso ha una sua personalità, e rappresenta sempre una porzione di territorio sul quale le modifiche devono essere armoniose.

“Ogni campo nasce dal terreno che lo contiene e per tanto ogni campo sarà unico”.

shaperAlvise insegna che la logica del rispetto ambientale è una condizione dalla quale non si può prescindere. Se guardiamo bene, quello che distingue i grandi interventi all’ “americana”, da ciò che si realizza in Europa, è proprio il rispetto o meno di questo concetto.  Gli interventi all'”americana” non si pongono grossi problemi: se una collina è scomoda al progettista, diventa una pianura o, all’opposto, una pianura diventa una collina; mentre, nella logica del rispetto ambientale, ogni pendenza propone naturalmente una buca che non può prescindere da quella pendenza, ed è lì, che l’Architetto deve pensare e risolvere il gioco della futura buca da golf, creando per esempio, attraverso la modellazione del suolo (e qui entra in gioco la sensibilità dello Shaper), una serie di collinette che mantengano la palla in gioco e facciano defluire l’acqua senza ristagni.

L’Architetto nel suo concetto di restyling sembra quasi fare un passo indietro nel tempo, nell’epoca in cui, non avendo a disposizione le grandi macchine, era necessario fare i lavori a mano.

In queste condizioni il progettista è costretto a scrutare e analizzare il paesaggio molto più accuratamente, domandandosi come, senza ferire, potrà realizzare quella determinata buca. Tutti gli elementi naturali presenti diventeranno importanti, entrando in quest’ottica, il progettista non dà più niente per scontato . L’Architetto Rossi Fioravanti è portatore anche di un altro concetto, molto rilevante, per i motivi sopra illustrati:

i campi di nuova generazione non nasceranno più in aree sperdute e lontane dalla città a corredo della realizzazione di una determinata volumetria edilizia ma  nasceranno quanto più vicino possibile alle aree urbane, in zone protette e difese da leggi ambientali restrittive. Il progettista quindi sarà costretto a non modificare a suo piacimento l’area a disposizione ma ad entrarci in simbiosi, proprio perché, i migliori campi da golf sono quelli che si distinguono il meno possibile dalla natura circostante.

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Il tratto riconoscibile dei lavori dell’Architetto Rossi Fioravanti sono anche le disposizioni delle ombre, da lui considerate importantissime, per il gioco di luci  e colori.

La prossima volta che giocherete in uno dei suoi percorsi fateci caso, e il giro non sarà più lo stesso!

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