Problemi con la mira del put?
Esiste un metodo che li risolve e si chiama Aim Point. download (2)
Personalmente ho fiducia nel mio put e ho occhio per le pendenze ma ho voglia di migliorarmi sempre; sono andata quindi a trovare Andrea Zanardelli, coach certificato Aim Point che mi ha introdotto a questo metodo, ormai usato, non solo dai professionisti del tour ma, da moltissimi amateur per la sua semplicità e immediatezza.
Devo dire che ha contribuito fortemente a farmi imbucare più put e soprattutto a farmi divertire in putting green.
Precisiamo subito una cosa, il metodo deriva dall’applicazione pratica di un software inventato da Mark Sweeney ed in continuo aggiornamento che consente di utilizzare un metodo scientifico per la lettura delle pendenze dei green.
Il software ora è di proprietà di Golf Channel che attraverso il suo utilizzo ci mostra le pendenze e le traiettorie dei put ideali sui green del  Pga Tour. download
L’Aim Point costituisce una vera e propria rivoluzione nel mondo del golf tanto che si è aggiudicato uno Sports Emmy Awards.
Molto probabilmente, guardando qualche gara in televisione, avete notato che Adam Scott, per citarne uno, in green fa degli “strani gesti” con le mani e un braccio alzato, in realtà non sta facendo nulla di strano ma sta semplicemente applicando il metodo Aim Point per leggere le pendenze del green!
Andrea seguendo la tua clinic ho capito una cosa, la maggior parte dei giocatori mira in un punto tra la palla e la buca sul quale vuole far passare la palla, con l’Aim Point questo modo di puntare viene completamente rivoluzionato, e’ questa la prova che spesso i nostri occhi ci ingannano? images (7)

“In realtà, il modo di mirare sarà simile a quanto fatto finora dai giocatori ma il punto di mira scelto sarà molto diverso e assolutamente più corretto. Gli occhi, infatti, subiscono illusioni ottiche dimostrabili che rendono quasi impossibile prevedere la curva esatta della pallina e il più delle volte si riesce ad imbucare un putt solo grazie a vere e proprie fortunate coincidenze”.

Che cosa ti ha spinto a diventare un insegnante certificato Aim Point?

“Il putting mi ha sempre affascinato e da sempre ho voluto studiarlo e approfondirne la tecnica e l’attitudine mentale. Forse perché era il mio colpo peggiore e volevo a tutti i costi migliorarlo. Cosa che ho fatto ma restava sempre una lacuna: la lettura delle pendenze. Quando ho saputo che un informatico americano ne aveva svelato i segreti, non ho esitato un istante a contattarlo per imparare il metodo. Proprio AimPoint mi ha permesso di fare il salto di qualità maggiore in green. Saper capire le pendenze del terreno è basilare per il successo del proprio putting”.

 Dove hai visto per la prima volta applicare questo metodo ?  download (3)

“La prima giocatrice famosa ad applicarlo è stata Stacy Lewis, la numero uno del PGA Tour. Poco dopo ha iniziato a crederci anche Adam Scott. Loro due sono stati i veri pionieri del Tour. Ora il metodo è utilizzato dalla maggioranza delle ladies e da molti giocatori maschi tra cui Jason Dufner, Ian Poulter, Justin Rose e Hunter Mahan”.

 L’Aim Point sta spopolando su LPGA, un po’ meno sul tour maschile, a differenza del Trackman che ha riscontrato subito un immediato successo tra i professionisti e poi tra le protette; perché secondo te?

“Le giocatrici, rispetto ai colleghi maschi, sono più propense ad affidare ad un “metodo” la propria scelta di mira. Forse perché sono meno sicure di loro stesse e meno certe della capacità di interpretare e curve dei propri occhi. Un metodo scientifico esterno conferisce loro maggiore sicurezza. Questo è ciò che le proettes sul Tour hanno detto. I campioni del Tour, invece, sono meno propensi a mettersi in discussione… ma ogni settimana AimPoint trova tra loro nuovi seguaci!”

 Perché un giocatore amateur dovrebbe usare questo metodo?

“Perché in modo facile, veloce e pressoché sicuro migliorerebbe la capacità di lettura del green e con esso aumenterebbe la probabilità di successo di ogni putt. Tutti dovrebbero conoscere AimPoint e la rivista Golf Digest l’ha denominata una delle più grandi rivoluzioni del golf dopo il driver in titanio!”

Quanto tempo ci vuole per avere la sensibilità necessaria a riconoscere le diverse tipologie di pendenze?

“Ho visto giocatori applicare con successo il metodo già nella stessa giornata del corso ma so con certezza che dopo poche settimane di allenamento la percezione delle pendenze diventa incredibilmente ottima. Come ogni cosa, serve un pizzico di attenzione e allenamento ma la sua applicazione risulta davvero semplice.”

Adesso non vi rimane che venire a trovare Andrea Zanardelli al Golf Club Asiago il 24 luglio e scoprire quanto sia divertente giocare con questo metodo .
Vi aspettiamo !
Per info e prenotazioni scrivete a giuliafranchini@gmail.com